Michele Nigro

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giovedì, maggio 07, 2009

Il cut-up di William Burroughs

Analizzando le relazioni tra letteratura e ipertesti, possiamo immaginare delle analogie con la tecnica del cut-up? William Burroughs utilizzò questo particolare metodo di (de) costruzione in alcune delle sue opere letterarie e lo sperimentò in molte forme. La più semplice forma di cut-up, come suggerito dallo stesso scrittore, consiste nel tagliare una pagina in quattro sezioni e poi dare a queste ultime una nuova sequenza. Poi si prosegue spezzettando le parti in unità ancora più piccole e così via. Ma il cut-up può trovare dei modi di utilizzo anche in forme diverse dal testo scritto: anche il nastro di una cassetta audio può venire ritagliato e ricomposto in maniera disordinata. Dagli esperimenti condotti in questo campo, Burroughs rileva come le parole originali diventino ininteleggibili e lascino il posto a nuove parole composte dai vari spezzoni. (Burroughs, 1971) Dopo il processo la voce rimane sempre la stessa ed anche il tono rimarrà riconoscibile. Se la nostra conversazione era all'origine amichevole, poetica, ostile, si manterrà anche nella sequenza alterata. Il cut-up è stato analizzato spesso associandolo a possibili valenze politiche: "Il controllo dei mass media dipende dallo stabilire delle linee di associazione. Quando le linee sono tagliate le connessioni associative sono interrotte." (Cit. Burroughs, 1971) Il cut-up potrebbe venire utilizzato a fini rivoluzionari partendo dal presupposto che i mass media possano sensibilizzare milioni di persone rispetto ad un unico tema, pur passando attraverso forme diverse di "output". Riceviamo versioni diverse dello stesso insieme di dati. Un'analisi critica del cut-up potrebbe "smascherare" questo tipo di processo ricomponendo i vari gruppi di informazioni a fini completamente diversi. Analogamente all'ipertesto, la teoria del cut-up nasce col presupposto di suddividere in piccole unità l'insieme delle informazioni. Appare sicuramente azzardato però mettere sullo stesso piano i nodi dell'ipertesto per loro stessa natura "completi" come unità informative, al materiale scomposto nel processo di cut-up e riassemblato in maniera casuale. Un ipertesto ricerca comunque un senso anche se nella ricomposizione ogni soggetto può ottenere un risultato diverso. Ci sembra invece pertinente ai fini della nostra analisi, il riscontrare in tutti e due i casi la perdita dell'immodificabilità del testo, il risultato finale, il significato se vogliamo, rimane sempre in sospeso, aperto ad una molteplicità di percorsi e di conclusioni. In tutti e due i casi il destinatario diviene parte attiva nel rimodellamento dell'informazione. Nell'ipertesto si trova proprio a dover costruire e determinare un certo percorso, nel cut-up assumerà uno spirito critico nei confronti dei messaggi subliminali a cui viene sottoposto, fino a riutilizzare la tecnica per i suoi scopi. Volendo sempre accettare, nel caso del cut-up, una reale esistenza ed efficacia delle tecniche di comunicazione subliminale.


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